Detartrasi e Levigatura Radicolare

Scelta e sequenza del trattamento

Complicazioni dovute alle biforcazioni

Un attento esame atto a individuare le compromissioni di biforcazione è d'obbligo in tutte le aree di radiolucentezza radicolare. Inoltre sui denti multiradicolati, ogni tasca che superi la profondità di 5 mm dovrebbe essere ulteriormente esaminata alla ricerca di interessamento di biforcazioni.Per questo compito dovrebbero essere impiegate delle sonde parodontali ricurve o delle curette sottili. Le compro- missioni da biforcazione iniziale (di I classe) sono le più suscettibili alla detartrasi profonda definitiva. Quando glistrumenti possono penetrare bene nella biforcazione (complicazioni di Il o lii classe) la rimozione del tartaro e della placca è solitamente incompleta. La posizione più profonda del tetto della biforcazione è difficile da detartrare a causa della sua configurazione anatomica. Le stesse difficoltà vengono riscontrate anche sulle superfici interne radicolari.Datoche lalesione siestende lateralmente ed apicalmente questi denti vengono normalmente classificati con una prognosi longitudinale incerta. Ogni piano di trattamento protesico che includa un dente con interessamento di biforcazioni deve perciò comprendere un piano che preveda la perdita del dente. Un'altra possibilità per l'operatore consiste nell'eliminare la biforcazione o per mezzo di una amputazione radicolare o tramite l'emisezione o con l'estrazione del dente prima della ricostruzione protesica. La mobilità dentale dipende dall'azione reciproca di fattori anatomici quali larghezza radicolare, circonferenza delle radici, posizione del dente, rapporto tra la lunghezza coronale e radicolare e dalle forze occlusali. L'intensità e ladurata delle forze occlusalidurante i contatti parafunzionali in unione con la risposta parodontale individuale alle forze occlusali determinerà la mobilità dentale. Le radiografie posso- no indicare alcuni fattori anatomici che debbono poi essere messi in relazione a pertinenti segni clinici. Le faccette d'abrasione occlusale sono una guida inestimabile per l'odontoiatra nel determinare gli esatti movimenti parafunzionali eseguiti dal paziente. L'operatore deve osservare la stretta interdigitazione delle faccette d'abrasione, insistendo sul fatto che i movimenti mandibolari siano sufficiente- mente estesi da includere i contatti su tutte le superfici abrase. I movimenti dentari, sia intrusivi che laterali durante i contatti centrici edi intercuspidazione ed attraverso lagamma completa diescursioni mandibolari, possono essere osservati visivamente o tramite la palpazione definendo così la localizzazione del sovraccarico occlusale. Questo grado di mobilità indotto dall'occlusione dinamica, solitamente si riflette nella mobilità statica degli elementi dentari che viene misurata muovendo leggermente il dente da lato a lato con i manici di due strumenti. La conoscenza delle forze che producono la mobilità e l'abilità dell'operatore nelcontrollare il sovraccarico determineranno la metodica terapeutica. Se il livello di attacco parodontale residuo è stato compromesso solo parzialmente e la causa dell'ipermobilità dentale risiede nel sovraccarico occlusale , la riduzione delle forze diminuirà l'ipermobilità.Questa condizione, che è reversibile, è chiamata trauma occlusale primario. Mobilità dentale

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